A cosa mira
A mantenere o a ristabilire la comunicazione, fornisce un contesto procedurale entro il quale la coppia comprende la natura del conflitto, ne apprezza le reciproche responsabilità ed elabora il dolore sotteso.
Fa leva sulle proprie risorse e individua le condizioni più adatte sulle quali fondare accordi durevoli e soddisfacenti. Conoscere e comprendere ciò che non ha funzionato è utile per non ripetere gli stessi errori, per superare le difficoltà esistenti, per ricordare i bisogni dei figli.
L’obiettivo non è cercare un colpevole e chiedere che sia un giudice a distribuire torti e ragioni, essa non ha lo scopo di eliminare il conflitto e di negare i motivi di rabbia o le cause della sofferenza, tanto meno serve addossarsi tutte le responsabilità del fallimento della relazione in una sorta di ipercriticismo autodistruttivo. A volte se l’amore non funziona non è per cattiveria, ma solo per incapacità: le riflessioni sulle difficoltà di coppia sono il solo modo per l’elaborazione positiva del “lutto da separazione” e per un riassetto delle dinamiche familiari in chiave di crescita.
Il valore della mediazione familiare sta quindi nel fatto che da fiducia ai genitori, riconoscendoli capaci di occuparsi in prima persona dei loro figli, restando protagonisti e responsabili delle scelte relative alla loro famiglia. Permette di mantenere vivi i legami dopo la separazione in un clima di reciproco rispetto e, infine, rappresenta una buona opportunità di diffusione di una cultura della responsabilizzazione della famiglia anche nei momenti di crisi.
Per concludere. si può affermare che la mediazione familiare e’ utile in tutte le fasi del processo di separazione, anche se è opportuno che venga utilizzata il più precocemente possibile. Accompagna le persone in un difficile passaggio fornendo loro un luogo ed un tempo dove sia possibile preservare quello che di positivo è stato distribuito nel legame tra i membri della famiglia e valorizzare le competenze genitoriali.